Recent morphological changes of the River Panaro (northern Italy)
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Abstract
Castaldini D. & Ghinoi A., Recenti cambiamenti morfologici del Fiume Panaro (Italia settentrionale) (IT ISSN 0394-3356, 2008).
Il presente articolo descrive i cambiamenti morfologici del Fiume Panaro a partire dal 19° secolo e illustra le relazioni tra l'attività antropica e la morfologia fluviale. Lo studio è stato realizzato analizzando documenti storici, carte, fotoaeree e immagini satellitari di vari periodi, tramite GIS, ed eseguendo rilevamenti sul terreno.
Il F. Panaro, che ha un bacino di 1.784 km2 , raccoglie le acque dal settore centrale dell'Appennino Settentrionale e le convoglia nel F.
Po dopo aver attraversato l'Appennino Modenese, dove nasce dalla confluenza dei torrenti Leo e Scoltenna, per 63 km e la Pianura Padana per 85 km. Nella Pianura Padana il F. Panaro si sviluppa in due settori con diverse caratteristiche morfologiche: nel settore di
alta pianura scorre incassato mentre nel settore di media-bassa pianura scorre pensile tra argini artificiali.
Nel tratto vallivo, dagli anni '30 agli anni '50 del secolo scorso, il fiume denotava un alveo a canali intrecciati che occupava quasi l'intero fondovalle. Importanti cambiamenti sono intervenuti successivamente in seguito a processi di approfondimento e restringimento dell'alveo che sono continuati sino ad oggi. Nel settore di alta pianura, all'inizio del 19° secolo, il fiume occupava una larga depressione con un tracciato a canali anastomizzati. A partire dalla fine di questo secolo, l'aumento degli interventi antropici lungo il fiume (costruzione di argini, muri e pennelli) realizzati per proteggere il territorio dalle esondazioni ed acquisire terreni per l'agricoltura, ha condotto ad un restringimento dell'alveo sebbene abbia mantenuto un tracciato a canali intrecciati sino agli anni '30. Successivamente agli anni '50 l'alveo si è approfondito e canalizzato; il profilo longitudinale è passato dalla classica curva a forma di iperbole a quella a gradini.
I cambiamenti morfologici dell'alveo del F. Panaro sia nel tratto vallivo sia nel tratto di alta pianura sono dovuti principalmente all'attività estrattiva lungo l'alveo, cessata per legge a partire dai primi anni '80, e alla relativa costruzione di briglie. Le briglie hanno ridotto il trasporto solido incrementando in tal modo l'energia della corrente nei tratti a valle di queste strutture. Il risultato è stato che il processo di approfondimento d'alveo è continuato e un nuovo terrazzo si è formato nell'ultima trentina d'anni. L'evoluzione del fiume ha portato ad un cambiamento d'alveo da una morfologia a canali intrecciati ad una transizionale.
Nel settore di media e bassa pianura, la lunghezza del fiume è stata ridotta di circa 10-11 km (che corrispondono a circa il 13% del percorso in questo settore) in seguito a tagli di meandri realizzati sin dal 19° secolo per ridurre il pericolo di esondazioni; in questo modo il F. Panaro ha assunto in lunghi tratti l'aspetto di corso d'acqua artificiale. Poiché i tagli di meandro non hanno ridotto tale pericolo, come testimoniato dalle alluvioni verificatesi dopo la loro realizzazione, ad Est di Modena sono state costruite delle casse di espansione.
In definitiva si può affermare che la morfologia del F. Panaro e la sua evoluzione sono stati condizionati direttamente ed indirettamente da interventi antropici succedutisi negli ultimi secoli, ed in particolare a partire dagli anni '50, e che la sua evoluzione è simile a quella riscontrata in altri fiumi italiani.
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